martedì 8 marzo 2016

Recensione: I ragazzi di città (Mister Dabolina Remix), di Francesco Abate

Libro divorato in meno di due giorni, amato e a tratti odiato.
Divorato per il suo stile semplice, colloquiale e diretto.
Amato perchè i protagonisti sono una crew di rapper e dj degli anni '90, quando ancora le cose si facevano sul serio e nella musica ci si credeva fino in fondo.

Odiato perchè, porca miseria, va bene lo stile colloquiale, ma leggere durante la narrazione "affianco" al posto di "a fianco" e "affondo" al posto di "a fondo" per più e più volte mi ha fatto davvero venire la sincope. Non fosse stato per quello gli avrei dato quattro stelle!
Riuscendo a sopportare il dannatissimo problema delle "f" in sovrannumero, vale la pena leggere "I ragazzi di città" anche solo per il finale. Perchè, a volte, la realtà puo' essere più spiazzante della migliore punchline a termine di una gara di freestyle.
A proposito: gare di freestyle. Grandi assenti di questo romanzo. Con un protagonista come il Conte Max me ne sarei aspettata almeno una ogni dieci pagine, peccato: avrebbero dato un tocco in più. Ma forse sono io che sono una nostalgica...

Il consiglio dello chef: non compratevelo, fatevelo prestare. 

(Questa recensione - come alcune delle prossime - proviene dal mio account di Anobii : ultimamente faccio davvero fatica ad accedervi, motivo per cui le nuove recensioni verranno postate direttamente qui nel blog)

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