giovedì 21 agosto 2025

Recensione: "Splendid lovestory" di Miyuki Kitagawa

La lovestory in questione nasce in Italia, più precisamente a Roma. 

Kasumi, una ragazza che ha tanta fortuna in amore quanta io ne ho con il gioco del lotto, è appena stata piantata in asso dal tizio ultrasposato con cui si frequentava, in attesa (vana) che lui si decidesse a lasciare la moglie. Decisa a godersi un bel giro per la Capitale, nonostante cartelli di divieto grandi come poster pubblicitari, si ritrova "involontariamente" a camminare su preziosissimi scavi archeologici. Qualcuno la apostrofa con un italiano maccheronico, dandole della cretina. Ma guarda un po': l’archeologo, oltre a essere un gran bel pezzo di manzo, è giapponese come lei! Come accade in questi casi, i due faranno successivamente comunella - compaesani in terra straniera - e, in perfetto stile Erasmus, si ritroveranno ben presto a commettere atti osceni in luogo pubblico. 

Una volta tornata in Giappone, Kasumi cerca di dimenticare l'accaduto: del resto Yoshiki, così si chiama il bel manzone, rappresenta solo una splendida parentesi romana, nulla più. Inoltre, il rimpatrio le ha riservato uno spiacevole diversivo: il padre, col quale non aveva più rapporti da moltissimi anni, è venuto a mancare. La madre, Yuka, appena reintrata anch'ella - ma dagli Stati Uniti, la informa che il figlio andrà a vivere con loro due.
E qui parte il mio primo polemicone: com'è possibile che Kasumi non avesse più memoria di questo fratello? Capisco il voler tagliare i ponti con un familiare, ma fare addirittura tabula rasa e dimenticarsene mi pare eccessivo.

Al funerale del padre – al qual si presenta vestita manco dovesse sfilare per Armani – la nostra eroina si ritroverà davanti nientemeno che Yoshiki, scoprendo che il fantomatico fratello dimenticato è proprio il ragazzo con cui ha asdrubalato a Roma. E mo'?

E mo' tocca fare tabula rasa, ma sul serio, visto che i due ragazzi sono costretti a una convivenza forzata, sotto lo stesso tetto e davanti a una madre che non ha la minima idea del casino che sta per scatenarsi.

Nel corso dell'opera facciamo ben presto la conoscenza di altri personaggi che ruotano attorno alla vita dei protagonisti: 

Kazuki è il migliore amico di Kasumi, perennemente friendzonato e disposto a tutto pur di far sì che i due fratelli tronchino il rapporto incestuoso. Riuscirà nell'ardua impresa? Spoilerone: NOPE.
Kyoko è l'ex fidanzata di Yoshiki. E' bella, di buona famiglia, ma ha uno sguardo per il quale Cesare Lombroso in persona avrebbe aperto un caso clinico. Spoiler: è fuori di testa.
Ren, un altro psicopatico che  pare uscito dall'album di figurine dei casi umani. Bastardo, violento e approfittatore, segretamente innamorato di Yuka, cercherà di conquistare Kasumi per sposarsela e, di conseguenza, tentare il colpo da maestro con la suocera. Un genio del male. 


Splendid Lovestory in varie occasioni fa acqua da tutte le parti e i suoi protagonisti ci offrono talvolta l’occasione di lasciarsi andare a maledizioni in lingue arcane o bestemmie rivolte ai più disparati pantheon, eppure il mio giudizio finale è prevalentemente positivo.

  • Anche se le figure umane risultano un po’ sproporzionate, il tratto pulito e il fascino dei primi piani (per non parlare degli artwork di copertina) rendono lo stile di Miyuki Kitagawa davvero piacevole — almeno per quanto mi riguarda.. 
  • Capisco che quella dell'incesto sia una tematica degna dei peggiori rabbit hole di Youporn, ma ho apprezzato il modo in cui la storia di Kasumi e Yoshiki vada dritta per la propria strada battendosene il belino della morale a tutti i costi.
  • Quando trovo dei personaggi che mi stanno sulle pelotas ma mi appassiono ugualmente alle loro vicende significa che l'autore è riuscito ad infondere in loro un'anima. Bella o brutta che sia. 
  • Il finale mi ha spiazzata. Per lo spoilerone clicca qui.  

I lati negativi?

  • Kasumi è una ninfomane e l'autrice non perde occasione per ricordarcelo.
  • La storia avrebbe potuto essere più breve - e infatti così doveva essere inizialmente. Appaiono spesso pagine di inutili spiegoni o, peggio ancora, escamotage che sono veri e propri accanimenti terapeutici atti ad allungare il brodo. A volte bisognerebbe ricordarsi che less is better.
  • Come cavolo puoi dimenticare di avere un fratello o una sorella?

Il consiglio dello chef: ottimo come lettura da spiaggia, sicuramente meglio della saga delle 50 sfumature.  Da non leggere se è il vostro primo approccio con gli shojo manga: c'è di molto meglio.

 

mercoledì 20 agosto 2025

Passione liste

Una cosa che mi ha sempre trasmesso tranquillità e dato una grossa mano nel gestire i miei innumerevoli attacchi di panico è creare liste

Spesso su fogli volanti, più raramente su agende o quaderni, sono liste che contengono di tutto ma principalmente:

- libri e manga che vorrei leggere
- libri che vorrei acquistare per completare le mie ben nutrite collezioni
- film e serie da (ri)vedere
- musica da (ri)ascoltare ed approfondire 

Ultimamente, sistemando le mie vecchie agende, ne ho ritrovata una sulla quale avevo appuntato alcuni libri da recuperare. Si tratta di un'agendina ad anelli, tascabile, con la copertina rilegata in finta pelle nera. Mi ero completamente dimenticata di averla!

A quel punto mi sono chiesta: perchè non iniziare qualche nuova lista? Da un lato, come al solito, ho l'ansia da tenere a bada. Dall'altro mi sono venuti in mente una serie di manga ed anime che vorrei leggere e vedere (in alcuni casi si tratta di riletture e rewatching), e da qualche parte me li devo pur appuntare. 

Un bell'esempio di planner con lista trovato su https://sites.google.com/view/planner-organizer/blog
 
Morale della favola: dovrò presto trovare nuovi fogli da aggiungervi - o crearmeli, tanto negli ultimi anni mi sono specializzata nel recupero e rattoppo di vecchie agende, comprese le vecchie moleskine di lavoro del mio moroso. 

Pensavo di essere l'unica ad avere questo rapporto terapeutico con le liste ma, grazie a una breve ricerca online, ho scoperto di essere in buona compagnia. Mi piace creare liste suddividendole prima in macro argomenti per poi scomporle in diverse sezioni, motivo per cui inizio quasi sempre usando i fogli volanti a cui accennavo poco fa. E' il mio modo di tenere ordine in quelli che sono i miei sempre più straripanti cassettini della memoria, oltre che di lasciar giocare liberi i miei pensieri, tipo in un enorme parco giochi in cui accadono solo cose belle. 

Vediamo dove mi porterà quest'ennesima avventura.  

 

martedì 19 agosto 2025

Aggiornamenti

Ciao, mi chiamo Miryam e non pubblico più una mazza su questo blog da dicembre 2020. 

In realtà di blog e siti, sparsi per il web, ne ho una marea: non volendo fare uno zibaldone di tutti i miei interessi e pensieri ho preferito creare degli spazi virtuali appositi. Dispersivo? Probabile. Ma ci sto lavorando. 

Ultimamente pensavo che, tra tutti questi spazi, ne mancasse uno dove potessi parlare di ciò che nei miei altri blog non poteva essere messo. Insomma, mi mancava proprio lo zibaldone.

Aprire l'ennesimo blog non avrebbe avuto un gran senso, perciò ho pensato di recuperare Directly from 80's che - incredibilmente, nonostante sia chiuso da 5 anni - continua a ricevere visite.  

Magari qualcuno passa di qua, s'appassiona, legge, scopre cose nuove. 

Oppure ora non passerà più nessuno ma io, egoista occupatrice di byte pubblici, sono contenta lo stesso.





 Lascio qui di guardia un corvo (realizzato da Nadia Turner), ma torno presto.

 

 

mercoledì 23 dicembre 2020

Due giorni a Natale...

...anche se io, da buona pagana, festeggio più che altro il 21 dicembre, giorno di Yule. Ma questo periodo dell'anno mi è sempre piaciuto particolarmente anche se, questa volta, mi stanno mancando molte cose: i giri nei negozi, il vin brulè in piazza, le serate con gli amici a festeggiare... E pure il classico tormentone "Cosa facciamo a capodanno?". 

Oggi però ho aperto il mio bel panettone senza lievito/glutine/lattosio, portato i regali a Silvia e alla mia nipotina, finito l'albero di Natale, attaccato le luci e le palline alla libreria ed organizzato un bel Google Meet per domani sera con i ragazzi del mio gruppo Facebook "Italian Alternative Community". Insomma, mi sto dando da fare per respirare un po' di aria natalizia come è giusto che sia, nonostante tutto.

A me tutto sommato questo 2020 ha regalato anche cose belle e vorrei pensare più a quelle, in questi giorni, che non al casino che c'è là fuori. 

Purtroppo ho notato che non è molto semplice portare i propri pensieri in un posto diverso da questo. Ci sono dei giorni in cui apro Facebook e mi dico "Adesso scrivo questa cosa", ma poi mi blocco. L'ultima volta che ho messo un post è partita mezza strage, e tutto a causa di un panettone vegano. Le persone sono impazzite e non sanno più come comportarsi, non sanno più confrontarsi o parlare liberamente, è una tortura. 

Mi dedico alle cose belle, allora, domandandomi che cosa avrei fatto se non ci fosse tutta questa mania di protagonismo sui social. Ricordo i tempi in cui c'erano solamente i forum, i blog... Mi mancano. L'avvento di Facebook ci ha cambiati tutti, in peggio, e io non ne sono esente.

Ma parlando di cose belle... Ho ricominciato a leggere la saga di Harry Potter, dopo essermi finalmente impossessata di tutti i volumi. Al momento sono al terzo capitolo della saga, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban. Nel frattempo mi sono rivista il primo film e andrò avanti con i successivi man mano che terminerò i libri. Ho bisogno di un po' di magia in questi giorni! 

In più ho ripreso la lettura del manga Nana, dopo avere appena finito di riguardarmi l'anime su Netflix. Vorrei spendere fiumi di parole su questa storia che mi ha fatta ridere, piangere, sognare. Poi però mi chiedo chi me lo fa fare... Forse è meglio tenere per me tutti questi pensieri.

Non so nemmeno perchè continuo a tenere questo blog. Boh... Questa sera sono un po' malinconica e pensierosa. 


domenica 13 dicembre 2020

Classiconi di Natale: Canto di Natale di Charles Dickens


Se potessi fare a modo mio, ogni idiota che se ne va attorno con cotesto "allegro Natale" in bocca, avrebbe a esser bollito nella propria pentola e sotterrato con uno stecco di agrifoglio nel cuore. Sì, proprio!

Charles Dickens - Canto di Natale

Sfido chiunque a non aver mai avuto a che fare, in questo periodo, con una qualsiasi versione letteraria o cinematografica del Canto di Natale di Charles Dickens. 

Ebenezer Scrooge, già il nome è tutto un programma, è un grosso uomo d'affari, più precisamente un banchiere. Ce lo vediamo già questo signore di una certa età, incazzato come una biscia nei confronti di tutto e di tutti, interessato solo al vil denaro e a come risparmiare fino all'ultimo centesimo per ingrassare il malloppo custodito gelosamente in cassaforte. Il punto è: facesse almeno una bella vita! E invece no, vive in una stamberga e veste come un clochard.

Ad un personaggio simile potrebbe forse piacere il Natale? Giammai! Avete presente il Grinch? In confronto quest'ultimo è l'impersonificazione delle feste. E così, preso dal risentimento ad ogni manifestazione natalizia che incontra lungo il cammino, dopo aver concesso a malincuore al proprio impiegato Bob Cratchit di non lavorare almeno il 25 dicembre, la sera del 24 il nostro Scrooge torna a casa più inviperito del solito. Sta per aprire il portone quando qualcosa, per un attimo, lo ferma: sembra che il batacchio abbia un volto familiare, quello di Jacob Marley, il suo vecchio socio morto diversi anni prima proprio alla viglia di Natale. Pensando che si tratti di  un'allucinazione, dopo un attimo di sgomento, entra e si appresta alla cena. Ed è in quel momento che inizia ad accadere l'inverosimile perchè, dopo una serie di spaventosi rumori che si propagano per tutta l'abitazione, la porta della cucina si apre e appare niente meno che il fantasma di Marley con un enorme e lunga catena che l'avvolge da capo a piedi. A quella catena sono appesi lucchetti, banconote ed attrezzi del lavoro da banchiere. Il fantasma gli spiega che si tratta della sua punizione eterna per esser stato troppo avaro e che anche per Scrooge vi è una sorte analoga se non peggiore. Quel che può fare per salvarlo dalla dannazione è ammonirlo, quindi, e di mandargli in visita nottetempo altri tre fantasmi: quello del Natale passato, quello del Natale presente e quello del Natale futuro.

Scrooge non si fa intimorire dall'avvertimento, convinto che si tratti di fantasie ed allucinazioni, e se ne va a dormire come se nulla fosse. Avrebbe potuto anche fare sonni tranquilli se non che, ad un certo punto, viene svegliato dal primo fantasma: quello del Natale passato. Questi lo accompagna indietro nel tempo, mostrandogli la sua infanzia e la sua giovinezza, quando per lui il Natale era ancora una festa sentita e piena di amore e di gioia. Rivede la propria famiglia, Bella -la donna che ha amato- , i vecchi colleghi di lavoro quando era ancora un impiegato alle prime armi. Poi le immagini iniziano a farsi più dolorose: la morte della sorella, la separazione da Bella a causa delle differenze economiche sorte nel momento in cui, assieme a Marley, è divenuto titolare della banca. Non potendo più sopportare oltre, scaccia lo spirito in malo modo, ritrovandosi ben presto nel proprio letto e con un senso di oppressione al cuore.

Non tarderà ad arrivare il fantasma del Natale presente, un personaggio che assomiglia ad una versione ringiovanita di Babbo Natale. Lo spirito lo porterà a curiosare nelle case di Bob Cratchit e del nipote Fred, figlio della compianta sorella Fanny. Nonostante la miseria, Cratchit sta festeggiando con la moglie e i figli dedicando parole d'affetto anche al vecchio bast... Volevo dire, al proprio datore di lavoro, grazie al quale possono consumare assieme un pasto caldo. Scrooge nota che il più piccolo dei figli di Cratchit non se la passa benissimo ed il fantasma gli spiega che, infatti, è molto malato, ma lo stipendio da fame di Bob non permette alla famiglia di acquistare le medicine necessarie alle cure. Il vegliardo chiede allora se il piccolo Tim (questo il nome del bambino) starà meglio, ma la risposta lo raggela: "Io vedo un posto vuoto nel povero focolare...". Un'atmosfera diversa regna invece in casa di Fred, circondato da parenti ed amici, il quale sta brindando con affetto al vecchio zio Scrooge. Dopo aver visitato altri luoghi tra i più disparati in cui si sta celebrando all'insegna del calore umano e della serenità, a mezzanotte lo spirito del Natale presente inizia ad invecchiare e morire, lasciando al proprio posto due bambini vestiti di stracci: essi sono Ignoranza e Miseria, due figure per niente confortanti che sotto agli occhi di Scrooge si trasformeranno in adulti altrettanto ignoranti e miserabili.

Conclusi i dodici rintocchi, il fantasma del Natale presente diviene polvere e lascia il proprio posto a quello del Natale futuro. Muto, lo spirito mostra all'uomo il proprio corpo sul letto di morte e la reazione di coloro che sono appena venuti a conoscenza della sua dipartita: con parole di sfregio mostrano di non essere affatto dispiaciuti e di non vedere l'ora di poter mettere mano su tutto ciò che egli ha gelosamente guadagnato e custodito. L'unico che passerà a rendere un saluto alla sua tomba sarà il nipote Fred. E la famiglia di Bob Cratchit? Ahimè, il piccolo Tim è morto e la tomba del bambino si trova proprio a pochi passi da quella del vecchio. Chiedendo perdono e sentendosi realmente pentito, Scrooge cade in una voragine che si apre proprio sotto la propria lapide, ritrovandosi in quella che pare essere la bocca dell'inferno. In una caduta senza fine, lambito dalle fiamme, si risveglierà di lì a poco nel suo letto, incredulo di essere ancora nel mondo dei vivi. 

E' la mattina di Natale, è ancora in tempo per poter cambiare le previsioni del Natale futuro! Vestitosi di tutto punto, esce di casa e manda, non prima di avergli elargito una lauta mancia, un ragazzo ad acquistare un cappone per farlo recapitare a casa di Bob Cratchit; infine si precipita a casa del nipote Fred il quale, proprio pochi giorni prima, s'era visto rifiutare l'ennesimo invito a trascorrere il pranzo natalizio in famiglia. 

Il giorno dopo, al lavoro, accoglie Cratchit burberamente ma, in realtà, ha in serbo per lui una bella sorpresa: gli annuncia infatti un aumento di stipendio e condizioni lavorative più umane. Inutile dire che i due diventeranno inseparabili, che il piccolo Tim si salverà grazie alle medicine acquistate personalmente da Scrooge e che da allora l'uomo si ritroverà a vivere non solo in maniera più dignitosa ma anche, soprattutto, più serena.

Tra le varie versioni tratte da questa storia vale la pena ricordare "Il canto di Natale di Topolino" firmato Disney (qui sotto una clip relativa alla prima parte e in cui ci vengono presentati i personaggi): quale migliore volto per il vecchio taccagno se non quello di Paperon De' Paperoni, il cui nome in lingua originale è proprio Scrooge?


Di notevole interesse, invece, il primo adattamento cinematografico: "Scrooge, or Marley's ghost, di Walter R. Booth, datato 1901. Purtroppo non tutta la pellicola è giunta fino a noi in quanto i circa due minuti finali sono andati perduti a causa dell'usura e del tempo. In questo film è curioso notare come non vi siano tre spiriti a guidare Scrooge tra i vari Natali ma solamente uno: quello di Jacob Marley.




venerdì 11 dicembre 2020

This Mortal Coil - Song to the Siren

E' sempre stata una delle mie canzoni preferite (non me ne voglia Jeff Buckley ma questa versione è da pelle d'oca). Poi ho letto i commenti al video su Youtube... Una madre raccontava della figlia, morta in un incidente giovanissima, e che adorava questo brano. Non so perchè ma da allora la ascolto sempre con una stretta al cuore. Maledetta empatia.

[Verse 1]
On the floating, shipless oceans
I did all my best to smile
'Til your singing eyes and fingers
Drew me loving to your isle

And you sang, "Sail to me, sail to me
Let me enfold you
Here I am, here I am
Waiting to hold you"

[Verse 2]
Did I dream you dreamed about me?
Were you here when I was full sail?
Now my foolish boat is leaning
Broken lovelorn on your rocks

For you sing, "Touch me not
Touch me not; come back tomorrow
Oh, my heart—oh, my heart
Shies from the sorrow"

[Verse 3]
Well, I'm as puzzled as a newborn child
I'm as riddled as the tide
Should I stand amid the breakers
Or should I lie with death my bride?


Hear me sing, "Swim to me
Swim to me; let me enfold you
Here I am, here I am
Waiting to hold you"

 

mercoledì 9 dicembre 2020

Videomusic: viaggio musicale di una generazione di sognatori

 

A differenza dei tempi moderni, in cui la musica è a portata di chiunque grazie a piattaforme del calibro di Youtube, Soundcloud, Spotify et simila, negli anni Ottanta se volevi scoprire nuovi gruppi o le ultime novità dei tuoi artisti preferiti avevi quattro opzioni:

- la radio

- i juke box

- la speranza di trovare articoli o interviste su un'emittente televisiva o qualche rivista 

- il passaparola e lo spaccio sottobanco di cassettine doppiate (da riavvolgere rigorosamente con la penna Bic per non sprecare le pile del walkman)

Per i più grandicelli c'era anche la quinta opzione, le fanzine autoprodotte, ma ahimè tra le mie zampe non sono mai passate per ragioni puramente anagrafiche.

Io, classe 1981, mi sono approcciata per la prima volta al mondo della musica grazie alla radio e ai vinili e alle cassette di mamma. Ero di orecchio buono e lo sono tutt'ora perchè, come diceva La Pina in "Rispettane l'aroma": Ascolto hip hop che arriva dritto dall'America, ma nel mio walkman puoi trovarci Mario Merola.

Bene, provate ad immaginare come sia stato per me scoprire l'esistenza di Videomusic: non solo musica ma anche videoclip. Non solo i soliti artisti, ma anche gruppi e cantanti che fino ad allora per radio non avevo mai sentito. Festa grande!

Un piccolo excursus storico: Videomusic nasce nel 1984, qualche anno dopo la sottoscritta ma nello stesso mese. Inizialmente le trasmissioni andavano in onda su Elefante TV (alzi la mano chi se lo ricorda!), per poi passare ad una propria frequenza e creare un canale dedicato al 100% alla musica e, più tardi, di riflesso, a diverse tematiche culturali. 

Siccome io arrivo sempre tardi, ho iniziato a seguire la programmazione di Videomusic più o meno nel 1992, che comunque per l'epoca era un bel risultato: il monopolio del piccolo schermo ce l'hanno sempre avuto i veci, tranne che per i cartoni animati o quando mi impuntavo per vedere i film horror. Due passioni che mi sono rimaste, tra l'altro.

Ma torniamo agli albori dell'emittente. Una televisione giovane, fatta per i giovani: contenuti musicali a livello nazionale ed internazionale venivano dati in pasto ad una generazione che desiderava far parte di un movimento o di una controcultura come nel caso della darkwave e del post punk, nati giusto pochi anni prima. Così anche se vivevi sul cucuzzolo della montagna o in mezzo alla campagna più desolata, riuscivi a rispecchiarti in qualcosa. "Cavolo, questa roba mi piace, e là fuori chissà quanti altri la pensano allo stesso modo dal momento che se ne parla addirittura in televisione!". Per quanto fare ora un discorso di questo tipo sia anacronistico, assicuro che non fa una piega. Trovavi la tua dimensione e ti sentivi meno solo. 

E' inutile però fare i nostalgici: se venisse riaperta l'emittente con lo stesso nome, le stesse trasmissioni,  magari anche gli stessi VJ, non sarebbe la stessa cosa, mai. E' cambiato il trend, ai giovani la musica piace scoprirla in modi diversi e, diciamocelo, la TV chi la guarda più? E' il background che fa la differenza ma noi, viaggiatori musicali (e musicisti, in alcuni casi), chiudiamo gli occhi e sogniamo ancora.

Intervista ai Diaframma. Al giorno d'oggi una roba del genere in televisione ce la sogniamo eccome.


Online ho trovato una lista, purtroppo non aggiornata, dei programmi andati in onda, senza che io ne faccia un banale copia incolla è disponibile a questo link