Casomai ne uscisse una ristampa, io proporrei vivamente il sottotitolo " #mainagioia ". Spopolerebbe nonostante i cent'anni abbondantemente passati dalla pubblicazione di questa raccolta di novelle (1888... Mica pizza e fichi raga'...)
Ho provato a leggere qualcosa della Marchesa Colombi in seguito a una succosa recensione fatta da Angiemela sul suo blog. Mi è sembrato doveroso partire con dei racconti, giusto per "assaggiare" il suo tipo di scrittura.
Per quanto si incastoni in quel genere di narrativa tutta fatta di buoni sentimenti ed happy ending, è stata una bella lettura. Forse non proprio adatta al periodo che sto passando e, di conseguenza, impossibile da apprezzare a pieno, però posso dire che scriveva davvero bene la sciura Marchesa (il cui vero nome è Maria Antonietta Torriani, piemontese e classe di ferro 1840. Tiè, botta di cultura directly from Wikipedia)
OH, TU, LETTORE, CHE TI STAI ASPETTANDO LA #RECENSIONEBRUTTA, SAPPI CHE CODESTO TOMO L'È BRUTTO SOLO PER METÀ!
Sgraniamo quindi le perle di questo bracciale (che la collana sarebbe troppo lunga) e vediamo di cosa si tratta.
"Cara Speranza", che dà anche il nome alla raccolta, è la storia di Amalia, una ragazza di provincia, molto sempliciotta, genuina, la quale trova posto come domestica presso una buona famiglia. Il suo scopo, lo dice subito ai suoi datori, è metter da parte i soldi ed il corredo per il matrimonio che farà col suo innamorato bersagliere, quand'egli tornerà dalla Sicilia. Roba che se lo dici adesso a un colloquio di lavoro non ti degnano nemmeno del "Le faremo sapere" ma ti mettono direttamente davanti alla porta. Magari col corredo, sì, ma d'un bel calcio nelle ciapett.
Le pagine seguenti ci fanno conoscere più a fondo Amalia ed affezionare bonariamente a lei, facendoci sospirar nell'attesa del ritorno del suo Bersagliere. Ce lo immaginiamo anche, 'sto figone d'altri tempi, e ci freghiam le mani con ingordigia pensando che "Se l'ha trovato l'Amalia che è bruttarella e senza denti, lo posso trovar pure io!".
(No, dai... Non era così vecchia! Però se me la descrivi con le rughe e senza qualche dente, boia faus...)
Ma la Marchesa Colombi ci vuol fare una sorpresa e, quando il Bersagliere (di cui non sapremo mai il nome!) arriva dopo ANNI (!!!) a Novara a recuperar la sposa... ZAK! Questa s'ammala di tifo e schiatta! Fine della novella!
Lo ammetto: mi è piaciuta per il finale e giuro che il mio non è sadismo. Forse.
Morale: non è vero che chi si fa i cazzi suoi campa sempre cent'anni.
Morale: non è vero che chi si fa i cazzi suoi campa sempre cent'anni.
"Il curare" esula da tutte le novelle qui presenti perchè non parla assolutamente d'amore, ma tratta nientemeno che un argomento scientifico! E per essere una "scrittrice rosa" (brrr... che brutto termine) di fine '800, secondo me qui la Marchesa ci ha mostrato di aver le palle.
Durante una cena di Natale tra amici, il professor Navaro racconta loro della sua indimenticabile (e non certo positivamente!) esperienza d'avvelenamento con il curaro e di come sia stato salvato da un amico i cui studi compiuti a Parigi gli son stati,in questo caso, fatalmente utili. Un'esperienza simil-post-mortem che non augurerei al peggior nemico.
Io, che proprio non so contenere nè la mia fervida fantasia nè la mia cecità (e sì che porto gli occhiali) avevo letto "il professor Navarro" e non ho fatto altro che immaginarmi il protagonista così per tutta la durata della lettura:
Ora capirete perchè 'sta lettura me la son proprio goduta.
Morale: non ti curaro di loro ma guarda e passa.
Morale: non ti curaro di loro ma guarda e passa.
Arrivano, poi, sparate di fila, due novelle che abbassano la mia personale valutazione del libro.
"Suor Maria" è un racconto con un non so che di dickensiano. Ammuffito però.
Gli elementi ci sono tutti: l'orfano sfigato che vive con il nonno, il nonno che è una roccia ma stranamente s'ammala poco prima della vigilia di Natale, la vicina di casa burbera che se ne prende cura "a modo suo" (ce la figuriamo sbatter sotto al naso di sto povero figliolo la polenta con un: "MAGNA E TASI!*"), la fuga del ragazzino e, infine, la figura di Suor Maria che in un modo o nell'altro aggiusta tutto. Carina, volendo, come storia ma manca di originalità. Troppo scontata. E il bello (si fa per dire) è che è quella più lunga di tutta la raccolta!
Morale: Lasciamo a Dickens quel che è di Dickens.
*Mangia e taci !
Morale: Lasciamo a Dickens quel che è di Dickens.
*Mangia e taci !
"Silenzi d'amore" invece è stata una palla mostruosa. "Lui si chiamava Fausto; aveva poco più di trentacinque anni, ed era artista di canto; tenore. Lei era una di quelle signore eleganti di cui si dice sempre il casato e il titolo, e si possono frequentare un mese senza sapere il nome." Partiamo bene, insomma. Oltretutto si incontrano tramite la raccomandazione di un'amica comune che descrive così la sciura all'infausto Fausto: "Una donnina elegante, spiritosa, simpatica; una giovane vedova".
FAUSTO!!! Solo a sentir dire "donnina spiritosa" dovevi startene a casa tua! Chè, oltretutto, a me più che spiritosa m'è sembrata una rompi*******i all'ennesima potenza!
E invece no! L'infausto Fausto se ne va a Recoaro a conoscere 'sta mandrappona. Prima, però, in un barlume di lucidità, chiede ai suoi amici della zona "Scoltame, magnagato, conossi la Contesa?". E questi iniziano a far un passaparola che manco noialtri da bambini col telefono senza fili: in poco tempo la Contessa viene a sapere che a Recoaro - dove è risaputo che a parte le terme non c'è una fava - è arrivato un noto tenore e lo manda a chiamare per conoscerlo.
Ma quale acqua e acqua... Dammi la birra, mona!
Quando si incontrano di cosa potranno mai parlare se non delle acque di Recoaro? E la Contessa, che è ingrata come la fame, non fa altro che ripetergli sempre che l'acqua sa di inchiostro. Ottimo! E cosa fa l'infausto Fausto? Se ne torna a casa, direte voi...
NOPE! Se ne resta lì e s'innamora pure di 'sta manfrona! Insomma, la storia prosegue tutta in questa maniera, i due si desiderano come due mandrilli in calore ma non vogliono dirselo, fin quando lui non le dice "Bon, basta, vado via che mi son rotto di star qua". Ecco, non dice proprio così ma quasi. E quindi la vedova piena di schei capitola e la storia si conclude coi due che se ne vanno via assieme a braccetto. Manco un basin! WTF? NCS. (Non ci siamo)
Morale: Aria pecorina, se non piove la sera piove alla mattina.
Morale: Aria pecorina, se non piove la sera piove alla mattina.
"Una vocazione", al contrario, ha tutta la mia stima poichè va ad indagare una delle motivazioni per cui, ai tempi, alcune donne prendessero i voti. Un vero peccato che la storia consti di poche pagine perchè sarebbe stato bello leggerne una trasposizione più vasta e con caratterizzazioni più importanti dei personaggi. Non mi dilungherò, perchè voglio dilungarmi sul peggio del libro.
"Racconto alla vecchia maniera" non mi ha entusiasmata per niente. Una ragazzina alle prese con il primo amore - che non riusciamo a capire se sia veramente corrisposto - e con la prima delusione amorosa. E poi.. e poi... Ma andiamo con ordine.
La Carmela ha 15 anni e se ne va alla Sagra di Galliate con Amalia (fantasia portami via!) una sorella del parroco, sua cara amica, sebbene abbia diversi anni più di lei (non ci è dato sapere quanti). Poichè si ritrovano in mezzo a un sacco si sacerdoti intunicati e neri come il carbone, è ovvio che alla Carmela prenda un colpo. Ma l'amica le dice di star tranquilla, chè mica ci son solo preti. Anzi,a dire il vero la furbacchiona l'ha invitata per presentarle suo fratello Gaudenzio! Dal nome ce lo immaginiamo pure come un tocco di maschio del quinto tipo (mai quanto Navarro eh...).Gaudenzio, gaudente, gaudio, insomma, dai, non stiamo a raccontarci quella dell'ape col fiore.
E invece... Taac! La Carmela si innamora di un amico di Gaudenzio, tale Mario Pedrazzi che si sta per laureare in ingegneria a Torino. E a noi, lettrici col mestruo ma con l'ormone mai sazio, cala la libido: lo sappiamo tutte che l'ingegner, tosto e sovente, perde la chioma fluente!
Il Mario fa il piacione con la Carmela e le promette mari e monti appioppandole anche un bel "Per sempre" che fa tanto scena. All'Amalia girano le ovaie. La Carmela inizia a sognare sulla sua nuvoletta rosa.
Presa la laurea, si suppone in tempi brevi, il nostro Mario torna a Novara ed inizia a stalkerare la Carmela seguendola e posizionandosi sotto al suo balcone perchè all'epoca le signorine per bene mica uscivano da sole! Le volte che riuscivano a stare assieme, durante i balli di famiglia (io continuo a vedermeli alla sagra del liscio con Casadei in sottofondo, ma penso sia un problema mio) lui cercava di ballare solo con lei e le diceva "cose molto significative" (cit.) sperticandosi ad esempio sul quanto a lui piacessero le donne brune, affermando che a Novara ci fosse una bella fauna femminile et similia. Insomma, l'arte di irretire le donne in quasi 150 anni non è cambiata di una virgola, maremma lupa.
La Carmela continua a vivere sulla sua nuvoletta rosa confetto, inizia a prepararsi il corredo, si fa una brava donnina di casa...E poi...? Dai, lo so che lo sapete. Inutile aprire le totoscommesse. Un bel giorno viene a sapere che il Mario si sposa. E non di certo con lei!
Cuore spezzato, lacrimoni, mi accoppo, mi ammazzo, alla fine decide di parlare con sua sorella per sfogarsi, anche perchè non vuol dir nulla al padre: del resto, la relazione con il Mario, è stata segreta per tre anni buoni. E tu, volpe d'un lettore, ora capisci perchè.
Fatto presente al padre che vuole andare a trovare la sorella, questi acconsente senza vederci nulla di trascendentale e le invia un telegramma per informarla dell'imminente visita. Ma la sorella, che forse già sente odor di guai, risponde con un altro telegramma per evitare la catastrofe, al quale seguirà lettera di spiegazioni.
Ora, nella lettera, la spiegazione della sorella è che in giro per Santhià (dove ella vive col marito) c'è un'epidemia di difterite, ma sempre tu, caro e furbo lettore, lo sai già che potrebbe anche essere una BALLA COLOSSALE per non veder quella portajella della Carmela. Tuttavia non servirà a una tuba. La Carmela, con la scusa del "voglio rendermi utile" (in realtà vuole morire di difterite) decide di andare lo stesso e il padre, convinto di aver 'na figliola che è un caso di carità cristiana fuori dal comune,la lascia andare. Non potendola accompagnare (leggi: #ladifteritetelaprendipoite) chiede a un suo amico di accompagnarla. Tale amico, un certo Beltrami, è descritto come
La Carmela non si fa scrupoli, dopo un po' che sono in viaggio, a raccontare per un'intera ora tutti i suoi mali amorosi al vecchio signore, il quale diviene immediatamente il suo nuovo eroe. E quando lui, alla prima fermata del treno, si offre di comprarle qualcosa da bere, secondo voi cosa accade? Che s'innamora di lui, è ovvio. E parlando scopre che il vecchio signore ha ben 38 anni!
La cosa disturbante è che anche lui s'è innamorato di lei. Gli è bastata un'ora. E quando giungono dalla sorella, questi - immaginiamocelo pure con una faccia di ciolla che metà basta - la saluta con una roba del tipo "La Carmela è la mia futura sposa"!
... Ecco. Devo aggiungere altro?
Non preoccupatevi,la novella finisce così. E anche il libro.
Morale: In amore vince chi fugge. Sì,chi fugge lontano dai guai.
Però, giuro, io a etichettarlo #librobrutto non ho proprio cuore!
E invece... Taac! La Carmela si innamora di un amico di Gaudenzio, tale Mario Pedrazzi che si sta per laureare in ingegneria a Torino. E a noi, lettrici col mestruo ma con l'ormone mai sazio, cala la libido: lo sappiamo tutte che l'ingegner, tosto e sovente, perde la chioma fluente!
Però io continuo a dire che lo zio Fester era un figo atomico.
Presa la laurea, si suppone in tempi brevi, il nostro Mario torna a Novara ed inizia a stalkerare la Carmela seguendola e posizionandosi sotto al suo balcone perchè all'epoca le signorine per bene mica uscivano da sole! Le volte che riuscivano a stare assieme, durante i balli di famiglia (io continuo a vedermeli alla sagra del liscio con Casadei in sottofondo, ma penso sia un problema mio) lui cercava di ballare solo con lei e le diceva "cose molto significative" (cit.) sperticandosi ad esempio sul quanto a lui piacessero le donne brune, affermando che a Novara ci fosse una bella fauna femminile et similia. Insomma, l'arte di irretire le donne in quasi 150 anni non è cambiata di una virgola, maremma lupa.
La Carmela continua a vivere sulla sua nuvoletta rosa confetto, inizia a prepararsi il corredo, si fa una brava donnina di casa...E poi...? Dai, lo so che lo sapete. Inutile aprire le totoscommesse. Un bel giorno viene a sapere che il Mario si sposa. E non di certo con lei!
Cuore spezzato, lacrimoni, mi accoppo, mi ammazzo, alla fine decide di parlare con sua sorella per sfogarsi, anche perchè non vuol dir nulla al padre: del resto, la relazione con il Mario, è stata segreta per tre anni buoni. E tu, volpe d'un lettore, ora capisci perchè.
Fatto presente al padre che vuole andare a trovare la sorella, questi acconsente senza vederci nulla di trascendentale e le invia un telegramma per informarla dell'imminente visita. Ma la sorella, che forse già sente odor di guai, risponde con un altro telegramma per evitare la catastrofe, al quale seguirà lettera di spiegazioni.
Ora, nella lettera, la spiegazione della sorella è che in giro per Santhià (dove ella vive col marito) c'è un'epidemia di difterite, ma sempre tu, caro e furbo lettore, lo sai già che potrebbe anche essere una BALLA COLOSSALE per non veder quella portajella della Carmela. Tuttavia non servirà a una tuba. La Carmela, con la scusa del "voglio rendermi utile" (in realtà vuole morire di difterite) decide di andare lo stesso e il padre, convinto di aver 'na figliola che è un caso di carità cristiana fuori dal comune,la lascia andare. Non potendola accompagnare (leggi: #ladifteritetelaprendipoite) chiede a un suo amico di accompagnarla. Tale amico, un certo Beltrami, è descritto come
"un vecchio signore grasso con i capelli grigi"
Stampatevi bene in testa queste parole. VECCHIO. SIGNORE.La Carmela non si fa scrupoli, dopo un po' che sono in viaggio, a raccontare per un'intera ora tutti i suoi mali amorosi al vecchio signore, il quale diviene immediatamente il suo nuovo eroe. E quando lui, alla prima fermata del treno, si offre di comprarle qualcosa da bere, secondo voi cosa accade? Che s'innamora di lui, è ovvio. E parlando scopre che il vecchio signore ha ben 38 anni!
La cosa disturbante è che anche lui s'è innamorato di lei. Gli è bastata un'ora. E quando giungono dalla sorella, questi - immaginiamocelo pure con una faccia di ciolla che metà basta - la saluta con una roba del tipo "La Carmela è la mia futura sposa"!
... Ecco. Devo aggiungere altro?
Non preoccupatevi,la novella finisce così. E anche il libro.
Morale: In amore vince chi fugge. Sì,chi fugge lontano dai guai.
Però, giuro, io a etichettarlo #librobrutto non ho proprio cuore!
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